La celebre casa editrice australiana Lonely Planet, in un recente articolo recensisce la nostra amata Riviera, con parole che hanno del poetico, passando in rassegna tutti i Comuni vicini al Parco del Conero, come Ancona, Sirolo, Numana e Camerano.
L’articolo dedica un capitolo intero alla città di Ancona e al Monte Conero, dipingendolo come un mondo a parte, nonostante la vicinanza a centri cittadini: entrando nel Parco non si può fare a meno di pensare di essere entrati in un favoloso dipinto rappresentante una natura viva ed in costante movimento.
Partendo dal penetrante blu cobalto del Mar Adriatico e dalle spiagge arricchite di ciottoli bianchi, salendo lungo gli stretti sentieri, ci si immerge in una ricca vegetazione che solletica i sensi con i profumi della macchia mediterranea: il mirto, l’alloro e il rosmarino, riempiono l’aria di fragranze inconfondibili ed indelebili nella nostra memoria olfattiva. Lo sguardo invece viene catturato dai colori sgargianti della ginestra, dell’oleandro e della lavanda, mentre l’udito scorge gli armoniosi versi del falco pellegrino, dell’usignolo accompagnati dallo zampettìo dei ricci, degli scoiattoli e delle volpi. Infine, ultimo, ma non meno importante, il gusto: il Parco offre delle piante utilizzate in cucina o nella distillazione dei liquori come rosmarino e mirto, ma resta molto importante ed iconico quasi il corbezzolo, un frutto circolare colorato di giallo, rosso o arancione, le cui foglie sono ricche di arbutina, una sostanza che aiuta la flora intestinale creando un antibatterico naturale.
Impossibile non parlare dei rigogliosi vigneti che producono il pregiato Rosso Conero DOC, vino dal colore rosso rubino da cui si colgono distintamente gli odori e sapori del bosco.
Il percorso dell’articolo continua con Sirolo, raccontata come un piccolo paese marittimo, circondato da particolari negozi, le cui strade vengono inondate in estate dai tormentoni che escono dalle radio dei locali all’aperto.
Poi si passa per Numana, apprezzata soprattutto per la Costarella, descritta come una stradina in pendenza, lunga qualche centinaio di metri, accompagnata da case in pietra e arricchita da numerosi vasi fioriti che colorano l’intero abitato.
Infine, si apre il sipario su Camerano, in particolare sulle sue Grotte che, citando l’articolo, costituiscono “una vera e propria città sotterranea che si sviluppa nella pancia della collina su cui sorge l’abitato medievale”. Infatti l’intricato labirinto scavato nell’arenaria, risalente al V secolo a.C., suscita emozioni tali da far venire la pelle d’oca.