Dante Alighieri e la Divina Commedia sono parte intrinseca del patrimonio culturale dell'umanità, e degli incubi di non pochi studenti. Ed è da questo aspetto che parte la volontà di Matteo Gagliardi, regista marchigiano noto anche per l'interessante e pregevole film Fukushima: A Nuclear Story, di narrare una delle Cantiche più note: l'Inferno. Difatti, il regista, ricordando il suo passato studentesco, ha più volte "fatto a pugni" con la celeberrima opera del poeta toscano, tanto da optare per uno strumento che sia accattivante ed in grado di attivare l'interesse di studenti (e non solo) alla lettura della Comedia stessa.
Il docufilm, narra, attraverso le parole di una professoressa (Benedetta Buccellato), di un sacerdote (Luigi Diberti) e le immagini tratte dai dipinti del pittore parmigiano Francesco Scaramuzza, la discesa agli inferi di Dante e del suo Maestro Virgilio, ricorrendo anche ad immagini di repertorio più o meno attuali. Qui, il Sommo incontrerà personaggi storici degni di nota, da Paolo e Francesca ad Ulisse e Diomede, passando per Pier delle Vigne, Minosse ed il traghettatore delle Anime Caronte. Il tutto, accompagnato dalle musiche di Fabrizio Campanelli, Enrico Goldoni e della Czech National Symphony Orchestra.
Incuriositi, da questa opera, che in questi giorni approderà nei nostri cinema, abbiamo intervistato Matteo Gagliardi per saperne di più.
Matteo, nonostante la tua giovane età (ricordiamo che sei un classe '78), hai già firmato lavori decisamente interessanti, come Fukushima: A Nuclear Story, da dove nasce la tua passione per la settima arte?
Partendo dalle foto di famiglia, in casa ho una foto dove tengo in mano una cinepresa da 8mm ed avevo tra i quattro ed i cinque anni. L'amore vero per i film mi accompagna sin da bambino, in quanto ricordo che i miei genitori (sempre molto attenti a non farmi addormentare tardi) mi concedevano una volta a settimana la possibilità di stare sveglio e guardare un film (spesso il Lunedì con il Lunedì Film, quello che iniziava con la canzoncina di Lucio Dalla). Questa concessione, mi ha poi portato a divorare film (7/8 a settimana) durante il periodo adolescenziale. Per quanto riguarda la mia carriera attuale, ovvero la "parte attiva" del "fare film", devo ammettere che è iniziata più tardi, a causa della barriera tecnologica dell'epoca. Infatti, negli anni '90 era tutto analogico. Quindi, montare cortometraggi o realizzare audiovisivi di altro tipo era molto costoso, insomma se non avevi almeno 10 milioni di lire non facevi nulla. Con l'avvento del digitale, il mondo cinematografico e della produzione video è invece stato sdoganato, grazie anche ad un notevole abbassamento dei costi. Ciò mi ha permesso negli anni 2002/2003 di realizzare i miei primi corti, e da quel momento, non mi sono più fermato. Infine, dopo un lungo periodo da autodidatta, nel 2008 sono andato a Milano per seguire un corso intensivo indetto dalla New York Film Academy, che in qualche modo mi ha aiutato ad affinare ciò che avevo appreso in precedenza. A coronamento di questo sogno è arrivato Space Opera - Un Viaggio nel Cosmo a 360 gradi, opera che ha segnato il mio inizio nel mondo del cinema e che ancora oggi è visibile presso diversi planetari.
Da questa risposta è palese che tu hai una grande passione per questo medium, cosa consigli ai giovani che oggi vogliono avvicinarsi a questo mondo?
Che l'importante è "aver qualcosa da dire". Infatti, prima di telecamere e altri strumenti tecnici, chi vuole intraprendere questo mestiere, deve voler raccontare qualcosa al mondo e metterlo "su carta", consiglio inoltre di partire da un cortometraggio. Per quanto riguarda la ripresa, possono usare qualsiasi cosa, lo smartphone, una di quelle telecamerine low-cost che si trovano nei negozi di elettronica o qualunque altra cosa. L'importante è realizzare il prodotto e comunicare la vostra idea, perché la tecnica oggi è sdoganata, mancano le idee. Come raccogliere idee? Se si vuole fare il regista, l'attore o altre discipline legate allo spettacolo, bisogna leggere (tanto). Invece, se vi svegliate alla mattina con il desiderio di diventare regista, fate il prima possibile il vostro corto, oltre me, lo dicono molti altri registi partendo dai grandi Stanley Kubrick e Steven Spielberg, due visionari che avendo "qualcosa da dire" hanno portato al cinema dei veri e propri capolavori. L'importante è non trasformare questo sogno in una sorta di alibi e montare il proprio ego "facendosi grandi di una grandezza latente" come diceva Italo Calvino.
Dante Alighieri è un personaggio decisamente particolare, così come la sua opera. Come mai hai deciso di fare un film proprio sulla Divina Commedia?
Come molti dei miei progetti, anche questa idea nasce da un'esperienza precedente. La mia passione per Dante e la conseguente volontà di farci un docu-film arriva dalle numerose notti passate nella magnifica Cappella degli Scrovegni. Esperienza dovuta al fatto che stavo realizzando un video per la Candidatura UNESCO del sito. Il lavoro effettuato, attraverso una tecnica dispendiosa in termini di tempo come il time-lapse, mi ha portato ad assorbire (quasi per osmosi) il racconto biblico e di conseguenza l'Inferno dantesco posto in basso a destra. Mi piace pensare che il meraviglioso lavoro di Giotto mi abbia dato l'assist per approfondire il '300 e la Comedia dantesca. Questa mia esperienza, mi ha portato poi a studiare i primi codici miniati della Divina Commedia e le numerose opere degli artisti che ne hanno dipinto le scene (Botticelli, Dorè, Scaramuzza, William Blake, ecc.). Lo studio iconografico dell'immortale opera di Dante, che inizialmente volevo utopicamente portare in sala con tutte le Tre Cantiche: Inferno, Purgatorio e Paradiso, mi portò a concentrarmi ad un coevo dell'iconico Gustave Dorè (uno degli illustratori più importanti della Comedia), il parmense Francesco Scaramuzza, che a causa della notorietà di Dorè venne ingiustamente messo da parte. Questa scelta, mi ha permesseo di rappresentare al meglio il viaggio che Dante e Virgilio compiono, realizzando una narrazione piana dell'Inferno. Inoltre, optando per Scaramuzza, ho avuto la possibilità di conoscere i fantastici proprietari delle opere, dalla quale è nata una interessante pubblicazione di lusso (edita da Allemandi in circa 200 copie), che a sua volta è stata utile a finanziare parte della pellicola.
Come ricordavi, la Divina Commedia è suddivisa in tre Cantiche: Inferno, Purgatorio e Paradiso, dopo questa tua trasposizione dell'Inferno, continuerai come Dante questo incredibile Viaggio?
Lo scopo è quello, nella speranza che ci siano i supposti artistici ed economici. Inoltre, mi piacerebbe approfondire l'opera ricorrendo alla variazione della narrazione come fatto da Dante. Infatti, il Sommo Poeta usa tre diversi tipi di linguaggio, da quello volgare e spesso sguaiato dell'Inferno a quello aulico del Paradiso. L'importante, è che riesca a produrre un'idea valida tanto quanto quest'opera, la parte finanziaria senza l'idea potrebbe rivelarsi più un problema che un'opportunità. Prossimamente, quando il tour promozionale di Mirabile Visione: Inferno terminerà, ragioneremo in merito a questa possibilità.
Vuoi infine ricordare ai nostri lettori dove potranno vedere Mirabile Visione: Inferno?
Ma certamente! Allora, il film non sta seguendo le logiche distributive delle pellicole main-stream, siamo però presenti in tutta Italia, attraverso eventi dedicati programmati fino a questa estate. Il nostro approccio, prevede di presentare il film sala per sala, raggiungendo 3/4 città a settimana. Inoltre, grazie a questo sistema, riusciamo a mostrare la pellicola ad un pubblico consapevole, che è interessato a questo particolare tipo di film ed ovviamente al tema trattato. Per questo motivo, abbiamo scelto di distribuirlo, per ora, esclusivamente in sala, sia con degli spettacoli normali che attraverso delle matinèe per le scuole. Inoltre, ci tengo ad informare i docenti che se vogliono vedere in anteprima lo spettacolo, possono usufruire di un ingresso gratuito. Numerosi sono i patrocini che abbiamo ottenuto dai vari Comuni italiani, da Macerata a Firenze, senza ovviamente dimenticare Ravenna, Ascoli Piceno ed Ancona. Un particolare ringraziamento va all'Assessore alla Cultura del Comune di Ancona Paolo Marasca, che unitamente all'Amministrazione Comunale ha donato alla comunità ben tre giorni di spettacoli. Devo ammettere che da anconetano sono estremamente orgoglioso della cosa. Per questo motivo, invito i cittadini del Conero nel capoluogo dorico per assistere alla proiezione del film il 26, il 27 ed il 28 febbraio prossimi (presso il Cinema Azzurro ed il Cinema Italia). Per tutti i dettagli, vi invito a visitare la Pagina Facebook del film ed il sito web dedicato.
Ch'altro dir a li nostri lettor, se non di recarsi allo teatro per rimirar l'immortale opera dello tosco viaggiator e de lo suo illustre Maestro.